Grazie al sistema linfatico, molecole massicce o insolubili di proteine plasmatiche che non
possono, in genere, essere riassorbite dal sistema venoso, possono essere reintrodotte nella
circolazione sanguigna.
Le molecole passano attraverso la membrana dei capillari in un modo inversamente
proporzionale al loro peso: la quantità di albumina è più elevata nella linfa, che presenta un
peso molecolare inferiore a quello della globulina. Naturalmente, variazioni della permeabilità
capillare causate da un incremento della pressione idrostatica intercapillare, o ad esempio, da
fattori tossici-anossici, significano che vi è un aumento in tale trasferimento, oppure una
modifica del flusso linfatico, o della sua composizione.
Per chiarire ulteriormente il concetto, esponiamo quello che Rossing ha trovato sull’argomento:
1. le masse intravascolari di albumina e immunoglobulina dipendono dalla quantità di
sintesi e dalla quantità di catabolismo frazionato;
2. i rapporti tra le masse intravascolari e le masse totali dipendono dalla quantità di
fuga transcapillare e dalla quantità di ritorno extravascolare;
3. le quantità delle fughe transcapillari sono inversamente correlate ai pesi molecolari
delle proteine; la quantità della fuga transcapillare aumenta con la pressione di
filtraggio nei vasi, vale a dire con la perdita a livello dei microvasi, come si può
vedere nel caso del diabete mellito;
4. la quantità di ritorno extravascolare riflette il trasporto linfatico della proteina, ed è
inverso al tempo di transito extravascolare; è dello stesso ordine di grandezza per
l’albumina e l’lg.G; forse leggermente inferiore nel caso dell’lg.M;
5. il tempo di transito extravascolare comprende una larga gamma di tempi di
transito; breve (fegato, reni, polmoni), esteso (pelle, muscoli, con un deposito
massimo di proteine extravascolari);
6. nella maggior parte dei casi di ipoproteinemia, la quantità di distribuzione proteica
plasmatica intravascolare/extravascolare cambia, a favore dello spazio
intravascolare;
7. l’accumulo patologico extravascolare di proteine plasmatiche si verifica in alcune
affezioni, ed allorquando la fuga transcapillare aumenta, con un corrispondente
incremento della quantità di ritorno linfatico. Questo si può vedere nel caso di
cirrosi con asciti, nei mixoedemi non trattati, ed in taluni tipi di cancro, in particolar
modo quelli che presentano epatopatie ed asciti. Semmai, l’accumulo
extravascolare di proteina plasmatica si verificherà nei tessuti tumorali e post-
operatori, nel caso di ferite.
La funzione principale del sistema linfatico è dunque quella di consentire di essere penetrato
dalle succitate molecole, prevenire fughe e incoraggiare la progressione.
Mediante il filtraggio capillare, le molecole proteiche e l'acqua si trovano ad essere in buona
quantità nella circolazione sanguigna, causando un aumento di liquidi osmoticamente collegati
alle proteine nel tessuto interstiziale.
Il liquido porta ad un’imbibizione del tessuto, stirando le cellule endoteliali dei linfatici iniziali, ed
allargando ulteriormente le giunzioni interendoteliali linfatiche.
Intervengono altri movimenti, al fine di mantenere le giunzioni “aperte”:
movimento muscolare;
contrazioni ritmiche dei vasi arteriali;
pressione intertoracica negativa;
cellule e gli altri corpuscoli elementari che vengono spinti attraverso le giunzioni aperte
nei linfatici iniziali.
Durante il loro transito, questi corpuscoli agiscono da dilatatori, mantenendo sgombro il
passaggio attraverso la giunzione della luce capillare iniziale. Nelle aree più attive del corpo, i
prodotti del metabolismo cellulare incrementano il flusso sanguigno e la permeabilità capillare,
per cui il liquido contenuto nel tessuto interstiziale viene ad essere ulteriormente incrementato,
e la sua pressione mantiene accessibili i percorsi verso i capillari linfatici.