McIntosh C2300 Manuale del proprietario

Categoria
Amplificatori audio
Tipo
Manuale del proprietario

Questo manuale è adatto anche per

334
32 PAGINE DI MUSICA
SU CD, VINILE, DVD
RIVISTA DI ELETTROACUSTICA
MUSICA ED ALTA FEDEL
AUDIOREVIEW ANNO XXXII - GIUGNO - N.6 2012 - Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale - 70% Roma Aut. N. 130/2009 - MENSILE
5,50
McINTOSH C2300 & MC601
CENTO CHILOGRAMMI DI RAFFINATEZZA MUSICALE
KEF LS50, FINALMENTE L’EREDE PER LA LS 3/5A?
ORACLE DELPHI MK VI
OLTRE IL MITO
REPORTAGE MONACO HIGH END 2012
TECNICA DAL DIGITALE ALL’ANALOGICO
MUSICA LIQUIDA BURMESTER
PROVE TECNICHE KLIPSCH, LAMM
AUDIO CREATIVO HALION 4.5 VS. KONTAKT 5
AUDIO CLUB AVID
AUDIOREVIEW n. 334 giugno 2012 55
PREAMPLIFICATORE + FINALI MONOFONICI
N
el corso degli anni abbiamo esa-
minato anche in laboratorio
buona parte della produzione
McIntosh, inclusi i componenti meno le-
gati alla tradizione analogista di questo
costruttore, trovando sempre prestazioni
di prim'ordine ed una costruzione tale da
sfidare - se non i secoli, che per delle elet-
troniche è quasi impossibile - almeno un
buon numero di decenni. Oggi in prova è
una coppia di calibro "medio", il pre inte-
grato C2300 ed i finali monofonici
MC601. È un aggettivo che può apparire
stravagante, a fronte dei 27 kiloeuro ne-
cessari ad entrarne in possesso e dei
600+600 watt minimi garantiti che posso-
no erogare i finali, ma è quello che serve
per definirne la posizione all'interno del
catalogo McIntosh. Ed è uno di quei casi
che danno torto ad Aristotele: sappiamo
infatti bene che qui la virtù non è solo nel
mezzo, ma anche in "basso" ed in "alto",
solo scalata a livelli di raffinatezza ed
erogazione differenti.
Esterno e funzioni
Con la sola eccezione del modello "stori-
co" MC275 e di alcuni multicanale tutti i
finali McIntosh hanno il pannello forma-
le caratterizzato dai meter blu e da una
coppia di switch rotativi, uno per l'accen-
sione (da remoto se posto sul primo scat-
to) e l'altro per i meter, utile a spegnerli o
ad attivarli mantenendo o meno memo-
ria del picco raggiunto. Un aspetto che
raramente viene commentato è che i me-
ter, sebbene logaritmici ed in grado di
coprire una dinamica enorme, sono an-
che molto precisi, soprattutto nella parte
finale della corsa, e permettono di ren-
dersi conto a "colpo d'occhio" della effet-
tiva dinamica del programma musicale
che si sta ascoltando. Ma non basta, un
finale di questa Casa si riconosce a qual-
siasi distanza anche per la base in acciaio
inox e per il montaggio a vista dei tra-
McINTOSH
C2300 E MC601
Costruttore: McIntosh Laboratory, Inc., 2, Cham-
bers Street, Binghamton, NY 13903, USA.
www.mcintoshlabs.com
Distributore per l’Italia: MPI Electronic srl, Via
De Amicis 10, 20010 Cornaredo (MI). Tel. 02
93561101 - www.mpielectronic.com
Prezzi: Euro 8900,00 C2300; Euro 9000,00
MC601
CARATTERISTICHE DICHIARATE DAL
COSTRUTTORE
Finale monofonico MC601
Potenza di uscita:
600 W su 2, 4 o 8 ohm. T
THD:
0.005%. R
Rapporto S/N riferito a potenza nomi-
nale:
124 dB. M
Margine dinamico:
2.1 dB. F
Fatto-
re di smorzamento:
>40. B
Banda di potenza no-
minale:
20 Hz-20 kHz. R
Risposta in frequenza:
20 Hz-20 kHz +0,-0.25 dB, 10 Hz-100 kHz -3 dB.
Dimensioni (AxLxP):
24x44.5x55.9 cm. P
Peso
netto:
42.18 kg
Preamplificatore C2300
Risposta in frequenza:
20-20000 Hz -0.5 dB, 10-
100000 Hz -1 dB. T
THD:
0.08% (20-20000 Hz).
Tensione di uscita nominale:
2.5 V sbilanciati, 5
V bilanciati. M
Massima tensione di uscita:
8 V sbi-
lanciati, 16 V bilanciati. S
Sensibilità:
linea sbilancia-
ta 450 mV, linea bilanciata 900 mV, fono MM 4.5
mV, fono MC 0.45 mV. R
Rapporto S/N "A":
linea
93 dB, fono 80 dB. I
Impedenze d'ingresso:
linea
sbilanciata 20 kohm, linea bilanciata 40 kohm, fo-
no MM 47 kohm/cap. da 50 a 750 pF, fono MC da
25 a 1000 ohm, 100 pF. M
Massima tensione d'in-
gresso:
linea sbilanciata 5 V, linea bilanciata 10 V,
fono MM 50 mV, fono MC 5 mV. I
Impedenza d'u-
scita:
220 ohm. D
Dimensioni (AxLxP):
15,3x
44,5x45,7 cm. P
Peso lordo:
13,41 kg
McINTOSH C2300 E MC601
Amplificatore finale McINTOSH MC601. Numero di matricola: AAY1837
CARATTERISTICHE RILEVATE
Misure relative agli ingressi bilanciati ed alla uscita "8 ohm" se non diversamente specificato
Caratteristica
di carico
limite
(uscita
8 ohm)
Tritim in regime continuo:
Carico resistivo 4 Ω
Carico induttivo 8 Ω/+60˚ Carico capacitivo 8 Ω/–60˚
Tritim in regime impulsivo:
Carico resistivo 4 Ω
Carico induttivo 8 Ω/+60˚ Carico capacitivo 8 Ω/–60˚
INGRESSO
Impedenza: 22 kohm/120 pF (ing. sbilanciato), 22 kohm (ing. bilanciato)
Sensibilità: 2.36 V (sbil.), 4.71 V (bil.)
(rif. 600 watt su 8 ohm)
Tensione di rumore pesata "A" riportata all'ingresso: 1.97 μV
(ingresso terminato su 600 ohm)
Rapporto segnale/rumore pesato "A": 127.6 dB
(ingresso terminato su 600 ohm, rif. uscita nominale)
Fattore di smorzamento su 8 ohm: 520 a 100 Hz; 517 a 1 kHz; 421 a 10 kHz
Fattore di smorzamento su 2 ohm: 104 a 100 Hz; 98 a 1 kHz; 103 a 10 kHz
Slew rate su 8 ohm: salita 100 V/μs, discesa 80 V/μs
Caratteristica
di carico
limite
(uscita
4 ohm)
Caratteristica
di carico
limite
(uscita
2 ohm)
Risposta in
frequenza
(a 2.83 V su
8 ohm)
USCITA DI POTENZA
56 AUDIOREVIEW n. 334 giugno 2012
McINTOSH C2300 E MC601
AUDIOREVIEW n. 331 marzo 2012 57
Preamplificatore McINTOSH C2300. Numero di matricola: ZP1201
CARATTERISTICHE RILEVATE
Misure relative alle uscite bilanciate se non diversamente specificato. Sulle uscite bilanciate il guadagno dimezza
INGRESSO CD sbilanciato
Impedenza: 16 kohm / 140 pF. Sensibilità: 164 mV. Tensione di rumore
pesata "A" riportata all'ingresso: terminato su 600 ohm, 8.2 μV. Rapporto
segnale/rumore pesato "A": terminato su 600 ohm, 92.4 dB
INGRESSO CD bilanciato
Impedenza: 38 kohm. Sensibilità: 390 mV. Tensione di rumore pesata
"A" riportata all'ingresso: terminato su 600 ohm, 19.7 μV. Rapporto se-
gnale/rumore pesato "A": terminato su 600 ohm, 89 dB
INGRESSO MM
Impedenza: 49 kohm / 110 pF. Sensibilità: 1.7 mV (per 2 V out). Tensione di rumore pesa-
ta "A" riportata all'ingresso: terminato su 600 ohm, 0.67 μV. Rapporto segnale/rumore pe-
sato "A": terminato su 600 ohm, 77.6 dB
INGRESSO MC
Impedenza: 30 ohm. Sensibilità: 0.315 mV. Tensione di rumore pesata "A" riportata all'ingres-
so: ingresso in corto, 0.12 μV. Rapporto segnale/rumore pesato "A": ingresso in corto, 72.1 dB
Impedenza di uscita
Linea bilanciata: 448 ohm
Linea sbilanciata: 222 ohm
Risposta in
frequenza
(tensione di
uscita 1 volt)
Risposta in
frequenza
(fono MM e
MC)
Tritim test
ingresso
fono MM
Tritim test
ingresso
fono MC
Sbilanciamento
dei canali
(in funzione
dell'attenuazione
di volume, da 0
a -80 dB)
S
eicento watt sono una potenza elevatissima per un finale lineare, la
presenza di uscite per impedenze di carico basse (4 e 2 ohm) potreb-
be quindi far supporre che la massima corrente prelevabile sulle uscite
per l'impedenza nominale più alta (8 ohm) sia modesta. Abbiamo già vi-
sto in altri finali Mac di pari classe che così non è, ma se qualcuno non
avesse letto quelle prove può sincerarsene guardano la CCL dell'uscita "8
ohm": le curve piegano sì con l'impronta caratteristica delle protezioni
"foldback", ma non sotto gli 8 ohm, bensì al di sotto di 3.2 ohm, e con un
sensibile aumento dinamico, segno che nelle protezioni è stata inserita
una costante di tempo abbastanza lunga da permettere incrementi dina-
mici dell'ordine delle decine di millisecondi. La massima corrente rileva-
bile dalla CCL è pari a poco più di 33 ampère di picco, valore molto ele-
vato e perfettamente congruente con i ±35 ampère a cui inizia a manife-
starsi la saturazione nel test di tritim capacitiva in regime impulsivo. Ne
consegue che tutti i test di tritim sono superati alla grande, ovvero che
già impiegando le uscite a più alta impedenza sono pochi gli altoparlanti
che metterebbero in difficoltà questo McIntosh. Com'è ovvio, già nella
CCL rilevata sulla uscita "4 ohm" non c'è traccia di limitazioni, mentre in
quella da 2 ohm nominali le curve per regime statico e dinamico giaccio-
no ad una frazione di decibel l'una dall'altra. Non eseguiamo di routine
test che comportino l'erogazione di picchi di corrente da 70 ampère, ma
se la matematica non è un'opinione quello è il valore limite disponibile
sulla uscita "2 ohm", e probabilmente non esiste un diffusore in grado di
richiederlo. Si potrebbe peraltro pensare che su tale uscita l'impedenza
interna sia la minima possibile: sbagliato, si hanno 77 milliohm contro gli
appena 15 dell'uscita 8 ohm, che si avvantaggia ovviamente della "presa
diretta". Il comportamento del finale è ineccepibile anche in termini di ri-
sposta (-1 dB a 82 kHz, -3 dB a 160 kHz), di parametri di interfacciamen-
to e di slew rate, ma soprattutto di rumore (discusso in un box a parte).
Il preamplificatore C2300 ha la regolazione digitale del volume e quindi -
quasi automaticamente - non ha problemi di sbilanciamento, ma in que-
sto caso l'assenza di sbilanciamento arriva al limite inferiore di misura
(0.2 dB di asimmetria a -80 dB), e ciò avviene di rado, come rara è una
coerenza di risposta tale da far divergere per non più di 0.2 dB le curve
relative ad attenuazione nulla ed a sessanta dB (e per di più solo in banda
ultrasonica). Il rumore è contenuto per tutti gli ingressi, non quanto nel
finale - pur sempre di un sistema a tubi stiamo discorrendo - ma a livelli
comunque inudibili. I parametri di interfacciamento, rilevati per la minima
capacità MM e la minima resistenza MC, sono del tutto corretti. Gli in-
gressi fono presentano una risposta in moderato calo sulle bassissime
(-3 dB a 20 Hz) modellata evidentemente con funzione antirumble, ed ac-
cettano segnali preenfatizzati fino a circa 6 mV sull'ingresso MC e 60 mV
su quello MM, leggermente migliori dei valori di targa (5 mV e 50 mV).
F. Montanucci
sformatori, sia quello di alimentazione che quelli di uscita,
nonché per i radiatori a vista. Il lato posteriore non è peraltro
meno inconfondibilmente "McIntosh" degli altri, dato che solo
questo costruttore adotta tre coppie di morsetti verticali per le
altrettanto "classiche" impedenze nominali di 8/4/2 ohm. Da
notare che un amplificatore bilanciato rimane tale anche se alla
sua uscita viene posto un autotrasformatore asimmetrico (ov-
vero con un estremo usato come riferimento fisso), ma McInto-
sh ha deciso di rendere simmetrico anche quello, con la conse-
guente necessità di montare sei morsetti anziché quattro. Il se-
gnale d'ingresso può essere sia bilanciato che sbilanciato, set-
tando di conseguenza l'apposito commutatore (attenzione alle
sviste perché l'apparecchio funziona lo stesso, ma il guadagno
cambia di 6 dB), e ciascun ingresso è connesso ad una parallela
uscita, onde agevolare l'allestimento di soluzioni più comples-
se quali ad esempio il multi-amping. La stessa possibilità è pre-
vista per l'ingresso ausiliario utile all'accensione remota.
Il preamplificatore C2300 è un "classico" all'interno di un cata-
logo altrettanto classico, ovvero è un componente con cuore
valvolare e privo di parti digitali, ma con una dotazione di in-
gressi analogici atta a soddisfare le necessità di impianti molto
complessi: sei sorgenti di linea, quattro delle quali con duplica-
zione bilanciata dell'ingresso, possibilità di bypass per impian-
ti audio-video, un fono MM ed uno MC. Questi ultimi consen-
tono la variazione, rispettivamente, della capacità e della resi-
stenza di carico, anche in tempo reale e mediante telecomando,
in modo da agevolare l'ottimizzazione percettiva. Per il fono
MM si può passare additivamente da 50 a 700 pF con uno step
di 50 pF, per il fono MC la progressione segue approssimativa-
mente un fattore due, da 25 a 1000 ohm. Non poteva poi man-
care una caratteristica tipica dei pre McIntosh, utilissima quan-
to rara anche tra i componenti hi-end, ovvero la personalizza-
bilità degli ingressi in termini di bilanciamento, regolazione
dei toni, bypass dei toni e livello relativo (nel range di ±6 dB).
Il C2300 "ricorda" le impostazioni personalizzate e le richiama
quando l'ingresso è selezionato. La dotazione di uscite non è
poi meno ricca di quella degli ingressi, sono disponibili tre
coppie di uscite sia bilanciate che sbilanciate, nonché tutte le
"data ports" ed i trigger per l'attivazione remota ed automatica
di sorgenti e finali. La sezione valvolare - ovvero sei doppi
triodi 12AX7A - fa bella mostra di sé attraverso una finestra del
coperchio superiore, unitamente ad una "mappa" circuitale che
ne illustra l'impiego: due implementano il fono MM, altre due
(precedute da quel che sembra un pre-pre) il fono MC e l'ulti-
ma coppia nella sezione di uscita, preceduta dallo stadio di vo-
lume e seguita da dei buffer. Il volume è a step discretizzati,
una delle migliori implementazioni mai viste per questa tecno-
logia (v. misure), ma in termini operativi ha la stessa "prontez-
za" di un regolatore potenziometrico e non richiede quindi tan-
te rotazioni per raggiungere un'attenuazione consistente.
Costruzione
Se il tratto distintivo esterno dei McIntosh sono i meter blu e la
manifesta presenza degli autoformer, la realizzazione interna
non è meno originale. In termini molto generali si potrebbe dire
che nella sezione silicea della catena di montaggio di Bingham-
ton il passaggio dalle valvole ai transistor dev'essere passato
quasi inosservato, perché la struttura dei finali continua ad esse-
re quella di un telaio portante in cui le varie sezioni sono monta-
te e poi interconnesse mediante cablatura confinata nel volume
inferiore. È una scelta che ovviamente si adatta bene solo a tecni-
che di assemblaggio manuali, ma al contempo laddove utile -
come nella PCB che ospita i circuiti ausiliari del finale MC601 - si
ricorre anche a componentistica in SMD, magari associata ad al-
tra a foro passante, e comunque non su piastre di stampo indu-
McINTOSH C2300 E MC601
58 AUDIOREVIEW n. 334 giugno 2012
Andamenti frequenza/distorsione per potenze di uscita da 1 a 600 watt su
8 ohm. La base del grafico corrisponde ad una distorsione dello 0.0003%,
un valore che non viene praticamente mai usato perché di norma la
THD+N (distorsione+rumore) dei finali è sensibilmente superiore. Grazie
al rumore bassissimo, qui abbiamo curve molto vicine al variare della
potenza erogata, e grazie alla velocità del circuito abbiamo anche una
modesta salita verso le alte frequenze.
Andamento potenza/distorsione su carico di 8 ohm, frequenza 1 kHz, 0 dB
pari a 600 watt su 8 ohm. Un grafico che sembra simile a tanti altri, e
invece fornisce informazioni che vanno interpretate. A piena potenza il
residuo nonlineare del finale MC601 vale 0.0003%, ovvero -110 dB, una
quantità di segnale minuscola e rarissima da riscontrare se non quasi solo
in altri finali McIntosh. Il rapporto S/N pesato su una banda di 22 kHz
vale 127 dB, ovvero 124 dB non pesati (se assumiamo che sia bianco,
ipotesi lecita), ovvero 118 dB inferiti ad una banda di 80 kHz, che è quella
con cui viene misurata la distorsione. Ne consegue che il 100% di
modulazione di segnale (600 watt erogati) genera al massimo 8 dB di
peggioramento del rapporto S/N dinamico, quello rilevato in presenza di
segnale, ed a questi livelli ciò significa che l'altezza del segnale
indesiderato si alza dinamicamente da 1.26 millimetri fino a 3.16 rispetto
ad una altezza pari ad un chilometro del segnale utile (!). Dato poi che lo
0.0003% è un valore già esterno al limite di misura dello strumento usato
(Audio Precision System One), ne consegue poi che tale innalzamento è in
realtà ancora più basso. Ovvero, non solo la distorsione di MC601 è
infinitesimale, ma è costituita in gran parte da rumore, e tale rumore
risulta quasi tetragono a tutti gli effetti della modulazione della corrente
di uscita (tensioni di modo comune, campi magnetici associati alle
correnti, effetti indotti e condotti associati agli spike di carica dei
condensatori di livellamento, etc.). Solo dei maestri della progettazione
possono arrivare a questi risultati.
striale bensì sulla ben nota ed apprezzata
vetronite tipica dei Mac. Rimuovendo il
coperchio superiore del finale si compren-
de quasi subito che abbiamo a che fare
con un amplificatore a ponte, non tanto
per la simmetria perfetta delle schede di
amplificazione, bensì perché i due elettro-
litici di filtraggio da 27000 μF hanno una
tensione massima operativa di 100 volt e
sono caricati a 65 (per 220 Vac applicati),
il che fisserebbe un tetto di 260 watt su 8
ohm in una usuale connessione con un la-
to a massa. In effetti è però lo stesso sche-
ma dell'autoformer, riportato in una pic-
cola targhetta sul lato superiore, ad infor-
marci che tale autotrasformatore è simme-
trico e che il suo pilotaggio avviene in mo-
dalità bilanciata. Nessuna delle tre uscite
è in "presa diretta", la più prossima a tale
condizione è quella da 8 ohm, che opera
in leggera elevazione. Sempre in relazio-
ne agli elettrolitici va detto che il loro
montaggio è insolito, sono quasi "sospesi"
all'interno di un supporto in lamiera, for-
se allo scopo di non indebolire troppo la
base generale in acciaio. Le due piastre
simmetriche che ospitano l'amplificazione
mostrano pure delle peculiarità. I finali
sono infatti montati a filo delle stesse, gra-
zie a radiatori appositamente scanalati, il
che comporta che gran parte dei percorsi
ramati sono nelle condizioni di migliore
possibile schermatura. Ciò agevola inoltre
l'ottenimento di una estrema rigidità del-
l'ancoraggio meccanico delle piastre stes-
se, che non hanno praticamente modo di
risuonare. I finali sono sei coppie per lato,
della tipologia già vista negli altri Mac
delle ultime generazioni, ovvero con dio-
do termosensore incorporato e quindi con
compensazione elettrica quasi istantanea
AUDIO
REVIEW n. 334 giugno 2012 59
McINTOSH C2300 E MC601
I sei doppi triodi sono posti su una basetta autonoma montata obliquamente e connessa alla mother
board mediante piattine multifilari. Numerosissime le commutazioni elettromeccaniche: abbiamo
contato 53 relè blindati, dall'azione estremamente silenziosa.
Connettività solo analogica, ma ai massimi
livelli. Il C2300 può gestire otto sorgenti, sei di
linea (quattro con ingresso anche bilanciato) e
due fono, uno MM ed uno MC. Non meno
estesa è la dotazione di uscite, sia bilanciate che
sbilanciate.
Elemento distintivo tipico dei finali McIntosh è
la disponibilità di prese di uscita per 3 valori
nominali di impedenza di carico, anche se (v.
misure) anche sull’ uscita ad impedenza più alta
la corrente disponibile è realmente molto
elevata. Caratteristici anche i morsetti verticali,
capaci non solo di accettare qualsiasi
terminazione ma anche di serrare evitando
movimenti rotazionali delle due parti in
avvicinamento e quindi anche chiusure
disordinate soprattutto dei cavi spellati.
McINTOSH C2300 E MC601
60 AUDIOREVIEW n. 334 giugno 2012
L’ASCOLTO di Marco Cicogna
Sono questi tempi in cui la crisi assieme al conto in banca rischia
di deprimere anche molte passioni. Chi è costretto a fare i conti
con i prezzi dei generi alimentari, probabilmente ha già rinuncia-
to alla seconda vacanza e allo scooter nuovo. Tuttavia l'alta fe-
deltà non è mai stata così bella, capace di offrire sempre di più
un elevato rapporto qualità-prezzo. Dal CES alla più recente mo-
stra di Monaco il panorama è quello di una produzione ricca,
ampiamente diversificata per classe di prezzo, capace di offrire a
ciascuno il suo in base a gusti e possibilità.
Nella fascia alta di gamma è proprio McIntosh a confermarsi una
delle prede più ambite. La coppia di finali monofonici MC601
appartiene al genere “belli e potenti” cui la Casa americana ci
ha abituato con le proprie macchine da musica top di gamma.
Un prodotto “esagerato” di questi tempi? Non direi. Piuttosto con-
sideriamo realizzazioni di questo livello come segnali importanti
che stanno ad indicare la vitalità della grande Alta Fedeltà, uno
stimolo per gli appassionati e per coloro (tanti) che di soldi da
spendere ne hanno sempre avuti, ora come allora.
Nel concreto utilizzo è apparsa subito notevole l'intesa con il pre
C230, nell’insieme un’amplificazione solida e concreta che è an-
data ad unirsi nella nostra sala d’ascolto a diversi sistemi di alto-
parlanti, grandi e piccoli. Da ciascuno di essi i McIntosh hanno
tratto il massimo in termini di dinamica e musicalità. Una grande
riserva di potenza non ha del resto controindicazioni e l'emissione
dai toni nobili e piacevolmente avvolgenti si è fatta apprezzare
tanto con le grandi Tannoy Kensington, quanto con monitor com-
patti di alto rango come le tedesche Burmester e le piccole KEF
che trovate in prova su questo numero.
Assieme alla stoffa attendibile e coinvolgente che soltanto i grandi
finali sanno offrire, con McIntosh non viene meno la disinvoltura
nel passare da un genere musicale all’altro, nel senso che con un
doveroso aggiustamento del volume, anche pagine lievi e raffina-
te come i Concerti per pianoforte di Mozart trovano un valido in-
terprete. Con la ben nota incisione Decca (Schiff) dai toni garbati
il solista emerge con precisione focalizzato in posizione centrale
nella scena. Presenti e sempre ben articolati gli archi, il fraseggio
curato e rifinito, ad indicare una gamma acuta che per quanto
estesa non risulta mai graffiante. Fondamentale la resa degli archi
e soprattutto del violino solista nel mettere in evidenza le doti musi-
cali di un riproduttore. Non ci facciamo mancare il CD con il vio-
lino di Gil Shaham, sorretto dalla splendida e vivace formazione
Orpheus Chamber Orchestra. Precisione e morbidezza si eviden-
ziano in un sano equilibrio ed anche a volume relativamente bas-
so si coglie corpo e concretezza nell’emissione.
La dinamica del sistema è messa in luce con il pianoforte del no-
stro cofanetto (DVD-Audio e SACD) inciso a suo tempo per la no-
stra redazione da Velut Luna. Protagonisti gli Studi di Liszt e qui ci
godiamo a volume realistico il “Presto Strepitoso” che senza mez-
zi termini ricostruisce nel nostro ambiente l’emissione armonica-
mente complessa di un grande strumento a coda. Anche le pagi-
ne sinfoniche che ormai fanno parte del corredo sonoro dei nostri
test evidenziano il corretto “vestito” timbrico-armonico dei McInto-
sh, per il realismo con il quale è restituito il “colore” di ciascuno
strumento. Niente velature ed incertezze, assoluta fluidità tra le va-
rie gamme e buona con ogni genere risulta l’attitudine a seguire
ritmo e andamento dinamico. Non ci aspettavamo di meno da
questo marchio, che anche questa volta si conferma il primo della
classe. Sulla bellezza estetica dei finali, un classico intramontabile
e sogno di tanti appassionati, non c’è neppure bisogno di dire.
Buon ascolto.
Già in termini generali la
realizzazione di un McIntosh
diverge dai canoni
usualmente adottati,
ricordando da vicino le
tecniche a cablatura dell'epoca
d'oro dei valvolari anche nei
sistemi del tutto a stato solido
come questo. Qui in
particolare si notano poi
alcune ulteriori peculiarità,
quali la collocazione quasi
"sospesa" degli elettrolitici di
filtraggio (2 x 27000 μF / 100
volt) ed il montaggio dei finali
"a filo" del loro stampato,
attuato creando una
opportuna scanalatura nei
radiatori, che ha come
sottoprodotto l'ottenimento
della massima schermatura
possibile dei circuiti ed il loro
perfetto bloccaggio meccanico,
essendo le viti di fissaggio ben
più corte di un solo
centimetro. Non c'è
possibilità per le schede di
risuonare meccanicamente, se
non aslla frequenza stessa dei
massicci e rigidissimi
radiatori.
McINTOSH C2300 E MC601
AUDIOREVIEW n. 334 giugno 2012 61
Il silenzio è blu
L'autore di queste note iniziò ad eseguire misure sui componenti
audio esattamente trent'anni or sono, ed in questo lasso di tempo
ha esaminato molte centinaia di amplificatori di ogni marca e ti-
pologia. Tra questi, molte decine di McIntosh. Per "antica consa-
pevolezza" sapevo quindi bene che esiste un parametro in cui - in-
fallibilmente - i finali Mac risultano superiori a qualsiasi altro, ma
stavolta credo sia arrivato il momento di evidenziarlo in modo ver-
ticale, redigendo una classifica di merito specifica relativa al valo-
re del rapporto segnale/rumore (pesato "A") di quasi tutti gli ampli-
ficatori finali stereofonici provati da AUDIO
REVIEW dal 2006 ad
oggi. Sono 48 componenti, ed abbiamo messo nome e matricola
solo di tutti quelli che superavano la soglia dei 116 dB affinché la
parte inferiore non apparisse come una classifica di demerito. È
ben ovvio che il rumore non è tutto - altrimenti misureremmo solo
quello... - ma di certo c'è che McIntosh è il costruttore audio di più
lunga tradizione mondiale ed ha, nel corso dei decenni, prodotto
amplificatori con caratteristiche di erogazione anche molto diffe-
renziate, senza però mai derogare (con parziali eccezioni soprat-
tutto per alcuni valvolari, per i quali era topologicamente impossi-
bile) da un valore di S/N minimo dei finali sempre ben superiore
a 120 dB. Non sappiamo bene quale sia l'origine di questo che
è certamente un imperativo assoluto dei progettisti dei finali McIn-
tosh, non ci risulta infatti (ma magari è una nostra lacuna) che la
Casa abbia mai fatto affermazioni a questo proposito. Sappiamo
ovviamente che per ottenere un altissimo S/N occorrono scelte cir-
cuitali oculate, relative soprattutto allo stadio d'ingresso, ma anche
un layout perfetto, ed è altrettanto ovvio che se si desiderano cur-
ve di distorsione che si sviluppano alla più bassa quota possibile -
altra caratteristica tipica dei Mac a stato solido - è allora necessa-
rio anche un rumore estremamente basso.
Sta di fatto che in questa classifica le prime cinque posizioni sono
saldamente difese da altrettanti finali Mac, con quello qui provato
al terzo posto, e con la testa della classifica conquistata dal pro-
babilmente irraggiungibile monofonico MC1.2KW. Per essere
certi che il suo residuo pesato valesse appena 22.3 microvolt - un
livello di rumore inudibile pure accostando l'orecchio ad un twee-
ter a tromba nella sala hobby di una villa di campagna alle tre di
notte - dovemmo ripetere la misura quattro volte. Per dare un'idea,
si tratta di un valore appena sei volte superiore al rumore termico
di una resistenza da 600 ohm a 20 gradi Celsius su una banda
di 22 kHz (detto in altri termini, con il guadagno di quel finale il
massimo S/N teorico valeva 148 dB). È anche interessante nota-
re che nelle immediate vicinanze troviamo nomi - come ad esem-
pio AM Audio - che sappiamo con certezza progettare anche in
funzione della minimizzazione del rumore residuo, pur con tutti gli
ostacoli conseguenti alla scelta della bassa controreazione e del-
l'alta polarizzazione.
Insomma, non sappiamo quale sia, ma se McIntosh realizza i suoi
finali in modo da ottenere un rumore tanto basso ci sarà pur bene
un motivo.
F. Mon tan u cci
rispetto alle variazioni di temperatura del
chip. Gli NJL1302/3281 "thermal track"
sono anche bipolari molto veloci (30 MHz
di Ft) e robusti, nella implementazione di
questo finale permetterebbero di dissipare
fino a 4.8 kW e ad erogare corrente statica
fino a ±90 ampère. Molto bello, seppur na-
turalmente già visto nei precedenti finali
McIntosh, il sistema di illuminazione del
frontale a LED e fibre ottiche.
Il preamplificatore C2300 è ovviamente a
tecnologia ibrida, i sei doppi triodi impie-
gati non potrebbero assolvere da soli a tut-
te le numerose funzioni che la macchina
mette a disposizione. L'elettronica è distri-
buita su tre piastre principali, con quella
dei triodi disposta trasversalmente e con-
Ferrari, possono essere rivenduti a qual-
siasi età e mantengono bene il loro valo-
re. Ma non sono tutti uguali, ce ne sono
di più o meno ambiti e conseguentemen-
te di più o meno quotati. Non è difficile
prevedere che tra vent'anni il sistema qui
provato farà parte della fascia più "nobi-
le", perché ha tutte le connotazioni co-
struttive e prestazionali per inserirvisi.
Ma a prescindere dai parametri economi-
ci, quel che più conta per gli audiofili in-
teressati è che, in quel futuro così relati-
vamente lontano, sarà ancora in grado di
dare a suoi possessori le stesse emozioni
del primo giorno. E questa non è una
previsione, bensì una pratica certezza.
Fabrizio Montanucci
nessa mediante piattine multifilari. Nella
PCB dei circuiti d'ingresso si notano ben 26
commutatori a relè, che la Casa preferisce a
quelli a stato solido visto che sono intrinse-
camente privi di rumore e distorsione. An-
che nella grande mother board la compo-
nentistica è tutta a foro passante, ed ovvia-
mente tutta a bassissima tolleranza. Molto
bello e particolare il trasformatore di ali-
mentazione della Kitamura Kiden, a nu-
cleo di ferrite, già visto solo in altri pream-
plificatori McIntosh.
Conclusioni
I McIntosh sono notoriamente come le
Classifica dei migliori risultati in termini di rapporto
segnale/rumore pesato A relativa agli amplificatori finali
provati nel corso degli ultimi sei anni
McIntosh MC1.2KW 132.5 dB
McIntosh MC501 129.3 dB
McIntosh MC601 127.6 dB
McIntosh MC275 a valvole 127.0 dB (sbil.)
McIntosh MC452 126.1 dB
Primare A32 125.0 dB
AM Audio B1000 124.3 dB (bil.)
McIntosh MC2301 a valvole 123.7 dB
Rotel RB-1582 123.7 dB
Classé CA-M600 122.7 dB
Accuphase M-6000 122.5 dB
Viola Legacy 122.2 dB
Classé CA-M400 121.8 dB (bil.)
Musical Fidelity kW750 121.3 dB
Musical Fidelity Supercharger 550K 119.9 dB
AM Audio M150H 118.8 dB
AM Audio B-1000 R S2 118.7 dB
Parasound JC-1 118.4 dB (sbil.)
AM Audio A130 Reference 116.7 dB (pol. 50%)
AM Audio B-60 116.6 dB
115.7 dB
115.7 dB
115.3 dB
115.2 dB (bil.) a valvole
115.0 dB
114.0 dB
114.0 dB
113.8 dB (sbil.) a valvole
113.3 dB (pol. 50%)
112.6 dB
112.6 dB
111.6 dB
111.1 dB
111.0 dB
111.0 dB
109.9 dB
109.2 dB
108.3 dB
108.1 dB
107.5 dB (sbil.) a valvole
107.4 dB
107.0 dB a valvole
106.8 dB
106.7 dB
106.6 dB
106.3 dB
102.0 dB
100.2 dB a valvole
Amplificatori finali con rapporto segnale/rumore pesato A <116 dB
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McIntosh C2300 Manuale del proprietario

Categoria
Amplificatori audio
Tipo
Manuale del proprietario
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