48 AUDIOREVIEW n. 418 marzo 2020
nearità di risposta etc.) elevate attraver-
so circuiti (fondamentalmente) a com-
ponenti discreti negli stadi di potenza
ed eventualmente integrati in quelli di
segnale; in questo caso, ovviamente, af-
fidando ai triodi il compito dell’amplifi-
cazione a livello linea. L’alimentazione di
potenza è comune ad ambo i canali e i
due elettrolitici di livellamento, anche
loro siglati McIntosh, sono da 27.000
µF/100 volt ciascuno, caricati a riposo a
circa 72 volt. Il magazzino energetico di
base ammonta quindi a 140 joule (il ma-
nuale ne indica erroneamente solo 60)
mentre quello massimo teorico è quasi il
doppio, a conferma del desiderio del
may also be used only in the United Sta-
tes and Canada”) ma non particolar-
mente manovrabili dato il diametro con-
tenuto; viene tuttavia fornita una chiave
ad hoc per agevolare il serraggio fino al-
la pressione ottimale.
Costruzione
Non abbiamo potuto disporre degli
schemi elettrici ma la filosofia proget-
tuale McIntosh, ben nota e coerente nel
tempo, mira da sempre a soddisfare
stringenti criteri di affidabilità con pre-
stazioni classiche (distorsioni, rumore, li-
progettista di massimizzare l’affidabilità
nel tempo (dopo la temperatura il mag-
gior fattore di degrado degli elettrolitici
è l’eccessivo sfruttamento della tensio-
ne sostenibile). I dispositivi finali sono
del tipo che McIntosh predilige da molti
anni, ovvero i celebri bipolari “thermal
track” della On Semiconductor, che in-
tegrano un diodo termosensore sul chip
del transistor e quindi abilitano un con-
trollo della temperatura ultrarapido. Li
monta ovviamente anche il “piccolo”
MA252, solo che qui sono il triplo (6 cop-
pie per canale contro 2) e questo spiega
il ben diverso grado di generosità sui
moduli bassi manifestato sul banco di
PROVE
McIntosh MA352
L’ascolto
D
opo la lusinghiera prestazione al banco di misure
l’MA352 era atteso in sala da un gruppetto di dif-
fusori di differente tipologia e livello qualitativo: dai
Martin Logan Motion 40i ed ElectroMotion ESL X ai lus-
suosi Sonus faber Olympica Nova III. Un test eteroge-
neo per saggiare il carattere dell’amplificatore di Bin-
ghamton. L’esperienza e il buon senso consigliano di
effettuare l’abbinamento di componenti di pari livello
per ottenere risultati omogenei e soddisfacenti. Effetti-
vamente l’integratone statunitense ha saputo pilotare
con autorevolezza ogni diffusore ma è con gli splendidi
“novi” alfieri di Arcugnano che ha potuto mettere in
evidenza le sue migliori qualità e allo stesso modo tirare
fuori il meglio dai diffusori stessi.
Le caratteristiche principali possono essere riassunte nelle
parole equilibrio e fermezza. Di fatto è un’amplificazione
che riesce a coniugare grazia e controllo, sovente agli an-
tipodi della riproduzione sonora e chimera di tanti appas-
sionati che si affannano alla ricerca dell’elettronica ideale.
La soluzione dell’amplificazione ibrida è generalmente la
strada più battuta ma non è detto che il risultato sia ga-
rantito in partenza. Un suono coerente non si ottiene solo
perché tra un transistor e l’altro si mette in mezzo un tu-
bo termoionico qualsiasi. Qui il connubio tra stato solido
e valvole è apparso particolarmente riuscito, frutto di un
progetto realizzato da una azienda la cui esperienza con
entrambi i tipi di circuiti non è seconda a nessuno.
Il timbro dell’MA352 quindi è estremamente naturale,
con una estensione in frequenza notevole agli estremi di
banda e una linearità esemplare. Il basso è solido e pos-
sente, a tratti minaccioso, e tutti i diffusori impiegati
hanno giovato del controllo e dell’energia esplosiva che
è stato in grado di elargire. Oltre alla gamma bassa si
sono avuti riscontri molto positivi anche su quella alta.
Significativa la prestazione con i piatti, il triangolo o le
campane contenuti nei brani test di percussioni che han-
no messo in evidenza una notevole chiarezza e capacità
di rifinire il dettaglio anche con la presenza di una richie-
sta energetica per nulla banale dall’altra parte dello
spettro. Con questo genere di tracce sonore l’MA352 si
è trovato particolarmente a suo agio. I VU Meter hanno
sottolineato coreograficamente l’impegno profuso dagli
stadi finali, ammaliando con la loro luce blu come solo le
elettroniche McIntosh sanno fare. Continuando a diva-
gare sull’estetica dell’apparecchio, che vuoi o non vuoi
ha sempre un ascendente inconscio sull’ascoltatore, la
contaminazione tra forme classiche dei MAC di una vol-
ta e la moderna funzionalità susciteranno senz’altro giu-
dizi contrapposti tra gli appassionati. Ritornando invece
a parlare di suono non si può fare a meno di elogiare il
comportamento dinamico dell’MA352. La riserva ener-
getica è sovrabbondante per ogni situazione e la velo-
cità sui transienti non lascia di certo a desiderare. An-
dando a memoria siamo un passo avanti rispetto al fra-
tello minore MA252 provato su AR 399 che con diffusori
impegnativi in qualche modo arrivava alla corda.
Concentrandoci sulle caratteristiche introspettive, que-
sto corpulento integrato mostra una eleganza quasi in-
sospettabile per l’esuberante potenza erogata. Nel rifi-
nire gli strumenti più delicati, come il violino o il clari-
netto per esempio, l’MA352 è accurato e fluido allo
stesso tempo, con una grana estremamente sottile.
Sempre in tema di dettaglio riportiamo come gli ottoni
risultino luminosi e caldi, con una esposizione naturale
che non stancherebbe nemmeno dopo ore. Vale la pe-
na citare l’ascolto fatto con dei brani estratti dall’album
“Mr Jelly Lord” di Wynton Marsalis in cui c’è l’alternan-
za di una serie di fiati dalla diversa intonazione, tuba,
trombone, tromba con e senza sordina, ma anche sax di
diversa altezza. La coppia Sonus faber - McIntosh ha sa-
puto mettere in evidenza e rendere credibile ognuno di
questi strumenti in modo inequivocabile sia dal punto
di vista timbrico che spaziale. La scena ricreata infatti è
apparsa davvero stabile, con la collocazione degli ese-
cutori molto intelligibile. I piani sonori sono stati gene-
ralmente scanditi con notevole precisione con gli inter-
preti sullo stage virtuale a distanze ben proporzionate,
di certo anche merito delle Olympica Nova.
Da sottolineare pure che durante la prova l’equalizzato-
re multibanda è stato chiamato in causa per correggere
alcune registrazioni notoriamente un po’ caratterizzate
o per l’effetto dell’impedenza molto bassa dei pannelli
elettrostatici che porta in certi frangenti ad un certo roll
off in alto. L’equalizzazione è una pratica mal vista dai
puristi e forse mal messa in pratica nella maggior parte
dei casi. McIntosh non si fa scrupoli di renderla disponi-
bile sulle sue realizzazioni di livello più elevato, consa-
pevole evidentemente della validità dei suoi circuiti.
Tirando le somme siamo di fronte ad un amplificatore
che ha veramente tutto per diventare un altro classico
inossidabile. Versatilità operativa, completezza sonora,
estetica, affidabilità e non ultimo nome blasonato che
può contribuire a mantenerne il valore nel tempo. Il prez-
zo non è alla portata di tutti ma forse è uno dei veri inve-
stimenti che è possibile fare nell’alta fedeltà attuale
Andrea Allegri
044-049 AR418 McIntosh MA352 ampli integrato PROVA.qxp_-- 08/03/20 13:01 Pagina 48