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Un consiglio: l'inserimento manuale non è necessariamente più preciso della calibratura
automatica. Quindi, i soli casi in cui si potrebbe voler usare il metodo manuale sono: a) se si
conoscono già la posizione ed orientamento dell'apparecchiatura (per es., leggendone i dati
da un file di configurazione preesistente); b) se per qualche motivo non è possibile dare
corrente alle apparecchiature, ma è comunque necessario procedere al set-up; c) se la luce
ambiente durante la calibratura è così forte che impedisce di vedere bene i fasci luminosi.
RACCOMANDAZIONI PER IL SET-UP DEI FOLLOWSPOTS
L’uso di apparecchiature d’illuminazione mobili come followspots presenta vantaggi e
svantaggi. In questa sezione ci sono alcuni suggerimenti su come fare a migliorare le
prestazioni e lo stile dei followspots automatizzati.
• Scegliere l'apparecchiatura adatta per il compito. Un'apparecchiatura PAL FX è migliore
di una Profile, perché la prima ha un iris regolabile. Le luci a specchio mobile sono più
veloci di quelle con una testa mobile montata su giogo, ma queste ultime hanno un
movimento più fluido.
• Posizionare l'apparecchiatura tenendo presente che la risposta più uniforme sarà ottenuta
quando l'apparecchiatura deve soltanto muoversi in pan o soltanto in tilt, e non in
entrambi i piani. Quindi se, per es., il palco è poco profondo e l'artista si muove
soprattutto verso destra o sinistra, la posizione migliore in cui installare l'apparecchiatura
è in un punto frontale e centrale, con un orientamento tale che per un movimento del
genere, basterà uno spostamento in pan o in tilt.
• Se si usa un'apparecchiatura a testa mobile, dovrebbe trovarsi installata fuori dall'area
interattiva, per evitare il problema di rotazione discontinua che si verifica quando l'artista
si sposta "attorno" all'apparecchiatura.
• Usare la modalità a 16 bit. Per le luci Martin, ciò significa usare la modalità 4.
• Controllare l'iris, lo zoom e la messa a fuoco con curve di controllo dinamiche, in modo
che la luce del followspot abbia lo stesso aspetto in ogni punto del palco.
• Nel caso di palchi grandissimi, può essere opportuno impostare un cross-fading
automatico (con curve di dimming dinamiche). In modo che un followspot "più vicino"
possa "subentrare" quando l'artista si avvicina ad esso.
• Usare MOLTI followspots e si avranno degli effetti notevoli. E' vero che i followspots
automatizzati non hanno la potenza, stabilità, linearità e portata dei followspots normali.
Però, con i sistema TrackPod si possono avere addirittura fino a 128 followspots che
seguono lo stesso artista... il che sarebbe un po' costoso se fatto alla vecchia maniera!
Inoltre, si può giocare con i controlli dinamici di colori, velocità di rotazione dei gobos,
effetti wash ecc. Si possono usare le apparecchiature in modo creativo, e non solo come
semplici simulazioni di comuni followspots.
UNA VISITA AL SOFTWARE DEL TRACKPOD
Il software del TrackPod ha tre usi principali: set-up, programmazione e playback. Finora,
sono state descritte solo le routines di calibratura nel set-up. La programmazione comporta la
progettazione di "mappe" che specificano quali trackPods controlleranno quali luci e in che
modo. Le mappe sono il formato di file fondamentale per il TrackPod, e vengono progettate
usando il Map Editor. Il playback comporta l'uso del software per eseguire le mappe, durante
uno spettacolo; ciò viene fatto a partire dallo schermo "Real Time".